Agrimony

Cosa c’è che non va? Niente.

Cosa c’è che non va? Ah no, non lo voglio sapere. Sento che c’è qualcosa che mi fa male qui ma mi sta venendo da piangere e non voglio. Mi hanno detto che non si può, sennò gli altri ci rimangono male e non è il caso; è meglio se rimettiamo tutto dentro e ci stampiamo un sorriso in volto così non roviniamo l’atmosfera agli altri e magari ci divertiamo anche.

Questo è lo stato o il tratto della personalità (non detti) di Agrimony disarmonico; questa è la sofferenza che si vive costantemente quando non si vuole (anche perché si pensa di non potere) farsi vedere “fragili”: una lacrima che torna in gola e il suo sapore non è più salato, è amaro. E più si fa, più ci si abitua a sopprimere e a mascherare quel pianto o quella smorfia di dolore; e più ci dissociamo da queste emozioni più ci dissociamo da noi stessi, fino a non sentire più il nostro stesso corpo. Quella maschera che a volte serve a tutelarsi, a proteggersi o semplicemente stare con serenità in determinati ambienti, alla lunga ci si attacca al volto, in una lunga e continua recita messa in atto per gli altri, che non potranno mai a quel punto capire chi siamo veramente e come ci sentiamo in realtà.

Ed è tutto partito da noi: quella sensazione di solitudine incolmabile, l’incomprensione, l’incapacità di stare nell’attrito, sono tutte nostre difficoltà che ci portano a fingere così tanto da estraniarci da noi stessi. Ma poi i pensieri tornano, ci trovano e noi non siamo in grado di dargli il giusto grado di importanza. Li sovrastimiamo, entriamo in loop e allora, anche se non sentiamo il dolore fisico, avvertiamo il tormento mentale che non ci dà tregua: l’ansia, l’angoscia perfino.

Ciò che l’essenza Agrimony riporta in noi è la Pace, data dal contatto con il nostro corpo, dal ritorno della sensibilità fisica e dell’accettazione delle nostre emozioni negative e dei nostri limiti; della nostra Ombra, in sintesi. Chi vive uno stato o ha un tratto di personalità agrimonico equilibrato riesce a muoversi con serenità fra gli accadimenti della propria vita; sa scegliere senza difficoltà e tormento quando è il momento di togliere la propria maschera o di indossarla; non accetta comportamenti che lo infastidiscono per il benestare di tutti, ma rimane tranquillamente fedele a se stesso in ogni circostanza; affronta il conflitto e ne trae perfino insegnamento; riesce a fare da paciere in un conflitto altrui senza soccombere; non si dissocia dalle emozioni e dal corpo per non soffrire, ma anzi non ricerca più distrazioni (feste, alcol, problemi altrui da risolvere etc.) e persegue mentalmente, fisicamente ed emotivamente la sua strada anche a livello materiale, secondo il programma predisposto per lui dalla sua Anima.

“Nello stato Agrimony positivo si riconosce la relatività di ogni problema e si riesce a trovare dentro di sé la radiosità e la gioia che prima si cercava all’esterno. La persona è piena di autentica felicità e utilizza le proprie eccezionali caratteristiche caratteriali, quali la capacità selettiva, l’equilibrio interiore, il giudizio e l’abilità diplomatica, per la propria soddisfazione e per il bene dell’ambiente.”

da “terapia con i fiori di bach”, di Mechthild scheffer

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