Scrivere un articolo sull’unità di tutte le cose è davvero complicato: il concetto è così semplice e immediato che si rischia, spiegandolo, di attivare invece un processo di divisione fra le cose che va contro il concetto stesso… E quello che ho appena scritto ne è una dimostrazione: non esiste una cosa CONTRO l’altra, ma una cosa E l’altra. È vero, con il pensiero creiamo dei sottogruppi dell’unità, addirittura a volte dei veri e propri compartimenti stagno, ma se riusciamo a mantenere la visione del “filo d’oro” che collega tutte le cose, ci accorgiamo che “queste divisioni sono reali solo nella misura in cui ci aiutano a comprendere meglio noi stessi e il nostro mondo. In ultima analisi, la realtà fisica e mentale sono modi diversi di considerare la forza che deriva dallo spirito.” (Il manuale di Edgar Cayce)
Allora, senza giudizi, paura di sbagliare o ancor più paura di riuscire a sentire la verità, possiamo entrare in contatto con quell’attimo in cui sentiamo che siamo collegati a qualcosa, che a sua volta è collegato a qualcos’altro e così via. E in quell’attimo respiriamo la possibilità di poter trasformare quell’energia che permea tutto, e che è anche dentro di noi, in qualcosa che è costruttivo e utile per noi come per il tutto.
Sì, l’individuo E il tutto, non solo l’individuo dentro il tutto: insieme, uniti, non uno nell’altro o viceversa, ma insieme, contemporaneamente, in un “gioco” di influenze e complementarietà che fa si che ogni cosa che vogliamo possa essere creata sempre esattamente come la vogliamo, grazie a alle infinite cose a cui possiamo attingere nel Tutto. E così il Tutto, a sua volta stimolato dalla nostra e dalle altre individualità, manifesterà e ci offrirà molto più di quello che potremmo immaginare.
Un passo del quarto capitolo de “Il Manuale di Edgar Cayce” spiega molto bene come sia possibile arrivare a sentire davvero la compresenza del singolo e del tutto (senza che il primo si disperda nel secondo perdendo davvero la sua individualità):
“Quando tre note si mescolano armoniosamente, formano un’entità nuova: un accordo. Le note non perdono la loro individualità, ma allo stesso tempo si amalgamano in qualcosa di assai più grande delle loro singole identità. Mentre ascoltiamo, la percezione dell’accordo mette in ombra quella dei singoli toni, benché le note continuino a suonare distintamente, se vogliamo udirle. Somiglia all’esperienza che faremo quando otterremo l’illuminazione spirituale. Non perderemo il senso dell’identità individuale, ma esso verrà messo in ombra da qualcosa di più grande: l’esperienza del nostro legame con il tutto.”
Piccolo spunto di riflessione:
“Che uso fare dell’energia universale dipende da voi. Avete intenzione di sciuparla in preoccupazioni e rammarichi o volete fare uso dell’energia fisica, mentale e spirituale con un occhio rivolto alle possibilità costruttive?”
Il manuale di Edgar Cayce